Non tornare indietro
Fonte: http://andymumford.deviantart.com/
Gli ultimi due mesi erano per DDAK particolarmente difficili. Risalgo con la memoria a tanto tempo fa e non riesco a ricordarmi il periodo peggiore. Era terribile, ogni tanto addirittura rognoso, ma… era. Però per la nostra iniziativa con l’inizio di febbraio è arrivato il tempo del deserto. Didentro ci siamo trovati in mezzo di niente.
Del deserto possiamo dire che è vuoto, sordo, secco e solitario. Ci raggiunge la tristezza e un dubbio pericoloso, perché cominciamo a questionare le nostre scelte di prima. È una peggiore tappa della strada di fede. Quando ci cascano addosso le difficoltà, nonostante tutto qualcosa succeda. È peggio quando non succede niente. Non sappiamo con che cosa lottare e neanche come … Siamo presi dal torpore. Strisciamo lentamente cercando di ricordare lo scopo, ma di solito è che prima o poi ci fermiamo stanchi e diciamo: “Ne ho abbastanza”.
È il momento decisivo.
Proprio in quel punto tante persone rinunciano al riprendere il cammino: alla preghiera, ai sacramenti, al Dio. Tornano indietro – strisciano adesso nella direzione opposta e pensano che vadano verso il sollievo, che il loro ristagno si finisca, non soffriranno più per l’Ignoto. Si sono già scordati che comunque sono partiti per il viaggio per cercare la Verità, l’Acqua della Vita, il Senso dell’Esistenza, l’Amore. Tornano dal posto in cui sono arrivati. E non troveranno niente oltre all’amarezza perché non ci sono riusciti. Alla fine cadono in disperazione. Diranno: non c’è speranza, la vita non ha il senso, non si può cambiare niente.
Gli altri rimarranno là dove si sono sdraiati. Allora stanno in mezzo del deserto, non facendo proprio niente. Alla fine si seccano. I loro cuori diventanno pietrosi e dei pensieri oscuri. Come se avessero durato nella sfida presa, ma è una semplice apparenza. È solo l’esistenza, nient’altro.
Sono anche coloro che nonostante che abbiano dubbitato e si siano fermati, decidono di continuare il viaggio. La strada è lunga e faticosa, sicuramente si fermeranno non solo una volta, ma strisciano ancora. E come il premio, prima o poi – raggiungeranno lo SCOPO.
Il deserto costituisce una metafora di tante realtà: della nostra preghiera (se sei tornato indietro e se hai rinunciato?), della nostra presenza in Chiesa (teoreticamente ci sei, ma se in realtà ne vivi?), anche di tutta la strada della nostra fede (se vai nella direzione della redenzione?). C’è sempre un motivo. Mai semplicemente così. Deve insegnarti qualcosa, farti vedere qualcosa e farti accorgersi di qualcosa.
Che cosa ci ha insegnato il nostro deserto?
È il tempo della benedizione particolare. Il tempo della vera fatica, che ogni tanto costa di più della lotta accanita. E anche se bisognava attraversare tanti deserti fino ad oggi, l’uomo deve ancora imparare le stesse verità – così facilmente dimentichiamo che Dio è l’Amore, il Bene, il Colmo della Felicità. E che nelle Sue mani rimane la nostra vita. Così ridicolarmente poco dipende da noi stessi…
Abbiamo attraversato le difficoltà, quasi senza la speranza che sarà meglio. La responsabilità per una sfida così grande era e riamane pesante. Però la Vostra fiducia e lo sostegno è davvero commovente. Umanamente abbiamo subito una sconfitta. Un’iniziativa gestita bene dovrebbe raggiungere un certo numero dei post alla settimana, una campagna promozionale intensa e tutte le operazioni tipo Public Relations. E noi abbiamo solo strisciato…
E adesso ammiriamo una vera Oasi. Nonostante tutto – il numero delle adozioni cresce ogni giorno. Tutti i giorni arrivano i messaggi con le domande e con le Vostre dichiarazioni della preghiera per i sacerdoti. Arrivano così tanti che addirittura non riesco a seguirli con le risposte. Ma ogni messaggio mi porta la gioia. Sono comunque i piccoli miracoli. Nessuna conversione, nessun “sì” per la preghiera non è l’opera dell’uomo. Negli Atti degli Apostoli leggiamo: ”Il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo.” Ogni messaggio – è il cuore di qualcuno aperto per il voce del Signore.
Anche se il DDAK è ufficialmente “l’iniziativa”, “il movimento di preghiera” – in realtà siamo NOI – Tu ed Io. Insieme festeggiamo e insieme superiamo le difficoltà. Allora se cammini nel buio oppure stai proprio attraversando un deserto e ti vengono i dubbi se la Tua preghiera per il sacerdote può fare QUALCOSA, se può CAMBIARE qualcosa – ti rispondo di sì. Ti diamo la testimonianza che la preghiera ha la potenza enorme, perché non abbiamo fatto questa strada da soli. Hai pregato per noi. Tuo “Ave Maria” oppure Tuo “Padre Nostro” è come una goccia d’acqua. Una singola non toglie la sete. Ma una tenace, addirittura ostinata – può dare l’inizio dell’oasi, in cui nascerà la vita.
Allora non rinunciare.
Non tornare indietro.