Che il vostro parlare sia: Si, si; no, no.

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Essere un cristiano non è così facile. È difficilissimo. Che cosa ci porta ingannare sé stesso che il giogo è sempre dolce, quando è azionato con l’amore? La realtà grigia e sporca ci toglie efficacemente dalla testa gli ideali e ci fa che il grogio dolce sia una trave molto pesante attaccata alle spalle, la quale tiriamo con sé con una fatica, affaticandosi. È così e basta.

Ultimamente possiamo notare la moda di dimostrare la cristianità come qualcosa dolce. Le canzoni e le gite costituiscono un bellissimo abbellimento, una manifestazione della nostra gioia e l’adorazione di Dio. Ma sono solo le aggiunte. La realtà grigia è come l’asse della nostra vita cristiana e proprio qui dovrebbe dimostrarsi in gran parte la nostra fede. E questa fede, come succede in quel mondo spietato, viene sottoposta a tante tentazioni, alle prove di scegliere un compromesso e una facilità.

Non è il mio scopo di nominare adesso tutte le conseguenze legate al modo di pensare leggero alla nostra fede. Su quel argomento possiamo trovare tanti articoli. Preferirei piuttosto concentrarmi su una cosa che qui, in DDAK, rimane per noi ben conosciuta. Sulla preghiera per i sacerdoti – allora nessuna novità.

Il numero delle adozioni nuove si cambia, ma è abbastanza stabile. Ogni singola ci porta la gioia. E gli messaggi email con la richiesta della proroga che sono sempre di più, accendono l’entusiasmo. Ma ci rattrista un pò l’atteggiamento che ogni tanto si fa notare, cioè una rinuncia alla preghiera. Ma non perché la persona non vuole, ma perché il sacerdote è già annotato da noi, ha una oppure di più adozioni. La mia è ”la prossima, allora ne rinuncio e pregherò per qualcun altro”.</p?

Bisogna però ricordare che una delle nostre caratteristiche che distingue DDAK da tante altre iniziative di quel genere è la possibilità di incaricarsi del numero infinito delle adozioni nei confronti di un sacerdote. Il sacerdote può avere una ma anche dieci oppure duecento adozioni (esiste il caso di quel genere). È proprio il nostro multicolore che non razioniamo la preghiera. Partiamo dal principio che lo Spirito soffia dove vuole e può darsi sia così che tale sacerdote straordinariamente ha bisogno ancora più preghiera. Può darsi che lo aspettino le decisioni importanti da prendere oppure viene mandato in parrocchia difficile; forse lo tormenta proprio una crisi, un momento dei dubbi. Le preghiere non funzionano come ”il distributore automatico”. Per avere la grazia bisogna elaborare, collaborare con essa a lungo e con tenacia, per farla dare la frutta. Non è così che con la grazia qualcosa non va. Solo i nostri cuori un po’ sordi e induriti, con la difficoltà accettano i Doni di Dio. Allora se ti sei incaricato della adozione spirituale e il Tuo affidato ha già qualche altro impegno a fianco del suo nome – ciò non diminuisce la Tua preghiera. Può darsi che proprio essa sia questo granellino che farà traboccare la bilancia, aiuterà a vincere le debolezze, aiuterà nei momenti difficili, salverà il sacerdozio.

Nessuno fa un giuramento qui a nessuno, specialmente non a noi. Ma se diamo a qualcuno la nostra parola, non dovessimo ritirarsi. Il nostro parlare dovrebbe essere: si, si; no, no. Ovviamente nella vita semplifichiamo tutto. Ogni giorno esprimiamo mille parole e non diamo importanza a ciò che diciamo. “Volevo telefonare ma ho perso il tuo numero di telefono”, “Ho fatto il compito ma ho dimenticato di prenderlo”, “Non mi sono addormentato per niente, c’era traffico per la strada!” – le bugie innocenti che “non fanno male a nessuno” e non hanno per noi nessuna importanza. Ti ricordi ancora che la Seconda Persona della Trinità, che il Gesù Cristo, il nostro Signore e il Redentore è Logos – la Parola di Dio? Si, una Parola. Quando Dio parla, quando giura – ciò diventa la verità, la Parola crea la realtà. È la forza che porta questa Parola. E noi che su modello del Santo dobbiamo essere santi da soli – diciamo senza cura e qualsiasi cosa. KKK 2102 “

Il voto, ossia la promessa deliberata e libera di un bene possibile e migliore fatta a Dio, deve essere adempiuto per la virtù della religione” . Il voto costituisce l’atto della devozione, in quale un cristiano dedica sé stesso a Dio oppure Gli promette un’azione buona. Adempiendo ai voti, mi affido allora a Dio ciò che gli è stato giurato e consacrato. Gli Atti degli Apostoli ci dimostrano San Paolo preoccupato di adempiere i voti che aveva professato.

Questo “voto” non è solo un sacramento, non solo una promessa matrimoniale oppure voti solenni di persone consacrate. Sono anche come gli atti della devozione, del culto, il rendere onore a Dio tramite certi azioni e atteggiamenti. Ne abbiamo già parlato, perché preghiamo per i sacerdoti – non per riguardo a loro, ma per riguardo a Dio.

Allora se ti sei incaricato dell’adozione – lotta per perseverare in essa. Non rinunciare perché X ha già atre venti adozioni, “allora la mia non serve più”. Quando hai deciso di comprendere il sacerdote nel tuo sostegno spirituale, c’era il perché. Forse c’era Qualcuno che ha comosso il Tuo cuore per un certo motivo. Conviene perserverare in questa lotta per la redenzione…

Chiaro che non è facile. La Cristianità è una delle cose più difficili in quel mondo.

Indipendentemente dalle proprie cadute, debollezze e dubbi – non ti arrendere. Gesù è caduto tre volte sotto la croce. Pensi che ti andrà meglio?

Questa voce è stata pubblicata da monikapq.

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